Ogni anno, nel cuore di Priverno, la Processione del Venerdì Santo si trasforma in un evento di straordinaria intensità emotiva, capace di coinvolgere l’intera comunità. È una tradizione che affonda le sue radici nel passato più remoto, con prime testimonianze documentate risalenti alla metà del XVI secolo, in antiche laude medievali.
La città di Priverno sorge su un'area di modeste alture, facente parte del sistema collinare dei Monti Seiani pur risultando isolata rispetto a questi per la presenza, a Sud-ovest dell'abitato, di una profonda e incassata vallata chiamata "Valle Cagnana".
Scopri di piùL’organizzazione di questa complessa e affascinante celebrazione è affidata alle Confraternite, che nel corso dei secoli hanno saputo adattarsi ai cambiamenti sociali, mantenendo viva la tradizione di Priverno.
Uno degli aspetti più iconici della Processione è rappresentato dai canti polivocali, che commentano musicalmente le diverse fasi della Via Crucis. Questi, carichi di spiritualità e pathos, diventano il filo conduttore che unisce i partecipanti in un’esperienza collettiva di profonda riflessione e preghiera.
Le macchine, portate a spalla dai membri delle confraternite, riproducono i momenti salienti della Passione di Cristo, creando un suggestivo racconto visivo e sonoro che percorre le vie del paese. Verso la fine della processione, emergono figure incappucciate, i "sacconi", vestite in bianco o in nero. I sacconi in nero, con una croce sulle spalle, attraversano l'intero tragitto scalzi e con catene ai piedi, in un atto di penitenza e supplica di grazia divina.
Partecipare alla Processione del Venerdì Santo di Priverno significa immergersi in una tradizione secolare, dove fede, storia e comunità si fondono in un rito collettivo di grande suggestione. Un evento che lascia un segno profondo nel cuore di chiunque abbia la fortuna di viverlo, testimonianza viva di una devozione che attraversa i secoli.
Foto: Romolo Grenga
Video: Marco Lo Russo